War Thunder: la recensione (PS4)

L’anno dei cieli videoludici si conclude così! Certamente è interessante vedere come War Thunder, targato Gaijin Entertainment, non sia solo un titolo disponibile per pc e console, ma nella fattispecie sia uno dei primi titoli ad abilitare la funzione cross-play,  ovvero l’immergersi in partite miste tra le due piattaforme. Scelta azzeccata che Sony non si è fatta scappare visto e considerato, tra l’altro, il successo che il titolo ha avuto un paio di mesi fa quando aveva superato i 3 milioni di giocatori su PC:  poteva dunque non arrivare in esclusiva (console) anche per PS4?

Un pò di struttura: nulla è lasciato al caso!

Dopo un breve caricamento iniziale, ed esserci loggati nel server, ci troveremo davanti ad un menù che solo inizialmente ci apparirà un attimo complicato; però subito dopo averci fatto la mano, ci renderemo conto che in basso a destra l’icona col tasto quadrato “to Battle!” ci immetterà quasi subito nel campo di battaglia, giusto il tempo di vedere gli obiettivi da far fuori.
Simpatica la funzione “mouse” del touchpad del Dualshock 4 utilizzabile sia nel menù con swipe per spostarsi e doppio tap per cliccare; sia in volo, sostituendo la levetta analogica sinistra nel posizionamento della linea di tiro del velivolo. Inoltre, a differenza di Warframe, ci ritroveremo all’interno della prima partita che abbia i requisiti necessari ad accogliere il nostro livello di esperienza, quindi nulla è lasciato al caso! Le tre modalità che potremo scegliere saranno Arcade, Realistic e Simulator: nella prima l’unico nostro obiettivo è praticamente solo quello di eliminare i nostri nemici, mentre Realistic e Simulator ci metteranno di fronte ad una riproduzione della fisica un po’ più fedele, cosa che renderà le nostre manovre più avventate un rischio da non trascurare per la nostra incolumità; anche se c’è da dire che un minimo di realismo si nota nella stessa modalità Arcade in cui bisognerà comunque stare attenti a non sforzare troppo il nostro aereo soprattutto in materia di velocità. In generale comunque per tutte e tre le modalità il feeling con il nostro areo è più che buono.
Il numero totale di aerei a disposizione supera attualmente i duecento, ma praticamente tutti dovranno essere sbloccati attraverso le valute in-game, Silver Lions e Golden Eagles, che daranno a chi le userà un spinta in più nell’avanzamento del gioco. In generale però i premi a fine missione permettono, anche se in maniera leggermente più lenta, di proseguire, pur senza spendere pecunia.
In tutto questo ben di dio ci saranno pure delle mappe di gioco che risulteranno ampie, arrivando alcune di queste a misurare fino a 40.000 km quadrati.

All’interno di una partita, ogni dettaglio è al suo posto

Nel vivo dell’azione, dopo aver imparato nel tutorial le cose principali, tra movimenti e aggancio del bersaglio, bisogna sapere dosare tutto con attenzione. Se la confusione è il nostro mestiere, allora L2 viene in nostro soccorso, non solo fornendoci il bersaglio, ma approntando una vera e propria funzione aggancio zoomato che soprattutto nelle sessioni abbastanza ricche di nemici ci tornerà parecchio utile. Ovviamente per una aggancio più aggressivo e soprattutto per un nemico che si avvicina – oltre che aver pronti i “cannoni” (si spara con R2)- bisogna dosare bene la rapidità dei movimenti:  il tasto analogico destro è certamente un ottima cloche che ci consente di decelerare per puntare meglio il bersaglio se proprio siamo dei cecchini e

non vogliamo usare bombe, e di accelerare per allontanarci se il nemico non è stato distrutto e passa al contrattacco. Però se veniamo fatti fuori niente paura, un aereo di riserva -che sarà tranquillamente a nostra disposizione- ci rigetterà nel vivo dell’azione, generando un piacevole senso di vendetta per la precedente dipartita. A coronare il tutto un radar preciso e delle info in alto a sinistra che ci danno una panoramica dettagliata su ciò che circonda nostro piccolo bestione e su come lui stesso si sta comportando. Il tutto dunque funziona abbastanza bene, considerando anche una fluidità (immersa in una risoluzione che PS4 ci fa godere a 1080p) più che buona, tranne per qualche virata in cui si avverte qualche piccola manchevolezza, e anche per qualche collisione “fantasma” dovuta al passaggio attraverso le cose che ci lascia perfettamente integri, vivi e vegeti. Ben riuscita la via della duplice eliminazione, sì perchè in War Thunder non dovremo solo distruggere lo squadrone nemico, ma ci saranno anche altri obiettivi come la distruzione di elementi di artiglieria terrestre (mobile o statica) e/o il bombardamento di basi avversarie, ottimo per chi non usa i pagamenti in game ma si aspetta solo la giusta ricompensa a fine sessione per i tanti “lavori” appena svolti.

Conclusione

Oltre a tutto ciò che abbiamo detto, le nazioni  (USA, Regno Unito, Germania, Russia e Giappone, con alcune di queste che renderanno disponibili aerei alleati come quelli Italiani e Australiani) e  l’intreccio con la seconda guerra mondiale (vedi l’attacco a Pearl Harbor) nella Dynamic Campaign fa di Resogun un titolo che sorprende veramente tanto, soprattutto per una struttura generale veramente solida e importanti, dove gli elementi meno convincenti sono pochi rispetto all’esperienza piena di spunti interessanti che il titolo targato Gaijin Entertainment può offrirci.

VOTO GLOBALE 7.8